Alla vigilia del voto del 25 e 26 maggio, l’ex consigliere di minoranza Maurizio Montalbetti affida a una lettera inviata alla stampa – riportata qui di seguito per intero – la sua ricostruzione della crisi amministrativa che ha portato, lo scorso gennaio, alla caduta del sindaco Cavalluzzi, che aveva iniziato da pochi mesi il suo secondo mandato, il conseguente commissariamento del Comune di Arcisate e quindi la nuova convocazione dei cittadini alle urne per le imminenti nuove elezioni.

Dopo soli sei mesi dall’insediamento, il 14 gennaio 2025 il sindaco Gianluca Cavalluzzi è stato sfiduciato da 5 consiglieri comunali su 8 che componevano la sua maggioranza, che hanno rassegnato le loro dimissioni insieme ai 4 consiglieri della minoranza, portando alla caduta dell’amministrazione e di conseguenza alle attuali elezioni.

I motivi della decisione da loro presa, resi noti nell’immediatezza dei fatti dai consiglieri di maggioranza dimissionari, erano legati alla gestione per nulla limpida dei lavori alla nuova palestra di via Cavour, emersa a seguito di numerose richieste e interrogazioni rivolte al sindaco e all’amministrazione da parte della minoranza, ad oggi ancora prive di risposta.

Quelle che sono le questioni che possono avere risvolti giudiziari non vogliono essere affrontate in questa sede, ma occorre analizzare alcuni aspetti oggettivi e concreti che smentiscono le dichiarazioni di Cavalluzzi, che si candida sindaco e chiede ancora la fiducia dei cittadini arcisatesi.

In primo luogo, non è vero che le dimissioni siano state date, come sostiene l’ex sindaco, per malcontenti rispetto all’assegnazione delle poltrone. Infatti dei 5 consiglieri di maggioranza dimissionari ben due erano assessori che hanno rinunciato al loro incarico.
Si tenga conto che nella Giunta del Comune di Arcisate gli assessori sono quattro e quindi la decisione di lasciare è stata presa dalla metà di loro.

Inoltre, non risponde a verità che esisteva un accordo tra dimissionari per le future elezioni. Ne è prova il fatto che nessuno dei consiglieri dimissionari della maggioranza che sosteneva il sindaco si è ripresentato candidato alle imminenti elezioni. Cavalluzzi omette di rendere noto di aver proposto, pur di mantenere il proprio posto, ai consiglieri di minoranza di sostituire i dimissionari della sua compagine per sostenerlo. Due consiglieri eletti nella lista che alle elezioni gli si era contrapposta sarebbero potuti entrare in Giunta. Tale proposta, chiaramente finalizzata solo a preservare la poltrona da sindaco, non è stata neppure presa in considerazione dai consiglieri di minoranza, coerenti e rispettosi del mandato affidato loro dagli elettori di svolgere al meglio il ruolo di opposizione.
Per senso civico e rispetto degli arcisatesi, i consiglieri di minoranza hanno a preferito rassegnare le dimissioni e dare la possibilità ai cittadini di tornare a votare ed esprimere un giudizio sull’operato di un’amministrazione che non ha portato a compimento il mandato, cosa mai accaduta in passato nel Comune di Arcisate.

È evidente, dunque, come gli unici che siano interessati alla poltrona e vogliono a tutti i costi tentare di recuperarla siano lo stesso Cavalluzzi, l’ex vicesindaco Paolo Demo e l’ex consigliere Arianna Miotti, i quali, nonostante abbiano dimostrato di non essere in grado di concludere il mandato elettorale, fatto reso evidente a tutti da quanto accaduto, hanno ritenuto di ripresentarsi alle elezioni. Infine, Cavalluzzi cerca di farsi passare come vittima, ma è palese che, se dovessimo credere a quanto lui stesso afferma e cioè che <il vero motivo della mia caduta è un altro e risiede nelle invidie e nelle gelosie nate per l’assegnazione degli assessorati>, dovrebbe fare autocritica sulla scelta delle persone che aveva messo in lista e che gli hanno consentito di vincere le scorse elezioni. La verità è che più della metà dei consiglieri di maggioranza avevano perso fiducia nel proprio leader. Si domandino gli arcisatesi quale capo di Governo sfiduciato dalla sua maggioranza possa attribuirne la colpa, come fa l’ex sindaco, a “invidie” e “gelosie” di persone che aveva lui stesso ritenuto idonee ad affiancarlo nell’amministrazione di Arcisate. C’è da chiedersi anche quali garanzie possano avere gli arcisatesi che questa volta Cavalluzzi, interessato a tornare in sella, sia stato più accorto e illuminato che nella precedente occasione, riuscendo a formare, dice lui, «una squadra che non pensa alle poltrone ma pensa solo al bene del nostro paese».

Maurizio Montalbetti